Nel 2019 in Copa Libertadores, aveva sbagliato un rigore che avrebbe dato al suo modesto Godoy Cruz Tomba — piccola squadra argentina — il 3-1 contro il Palmeiras, allora capolista del Brasileirao, e la chance di qualificarsi ai quarti. Era poi arrivato il 2-2 e l’eliminazione. Da allora, e non solo per il calcio, Santiago «Morro» Garcia era depresso.
Fuiste héroe, fuiste goleador, fuiste amigo y familia, fuiste todo lo que una persona desea ser cuando agarra una pelota, hoy te toca ser eterno e infinito para todos nosotros…
Muchas gracias por tanto Morro, gracias por tantas alegrías al pueblo tombino. Que en paz descanses. pic.twitter.com/e8vB72HdGr
— Club Godoy Cruz (@ClubGodoyCruz) February 6, 2021
L’attaccante uruguayano, oggi 30enne, era in cura psichiatrica e ai margini della squadra (non si allenava in palestra, secondo il suo presidente non rispettava le diete prescritte e le visite mediche). «Morro» (nasone) è stato trovato morto da un amico che, preoccupato perché non rispondeva alle chiamate, è andato a cercarlo nel suo appartamento trovandolo morto sul letto, con una pistola accanto. Tra i primi club a piangerne la marte, il Nacional de Montevideo che ne vide gli esordi.
No hay palabras ni consuelo.
Inmenso dolor por la muerte de uno de los jugadores e hinchas más queridos en en la historia reciente de Nacional.
Todos lloramos por ?El Morro? #QEPD pic.twitter.com/rMKflHnwnT— Nacional (@Nacional) February 6, 2021
Proprio al Nacional era ritenuto un fenomeno destinato a una luminosa carriera, e approdò anche alla nazionale Under 20 con cui andò ai Mondiali di categoria 2009 segnando anche un gol, ma non fu così e non arrivò mai in nazionale maggiore.
6 febbraio 2021 (modifica il 6 febbraio 2021 | 18:27)
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